Disturbi dello spettro autistico: Definizione, cause e trattamenti
CENTRO PSICOLOGICO SPECIALISTICO GUARDIAGRELE
Dott. Matteo Franchino
Disturbi dello Spettro Autistico
L’autismo rappresenta una delle sindromi più complesse e, nelle forme più gravi, difficilmente gestibili che emergono nell’età evolutiva. I bambini e le bambine con autismo presentano importanti difficoltà nell’interazione reciproca, nella comunicazione e nelle attività di gioco. Il linguaggio verbale, quando presente, risulta spesso non adeguato al contesto, con scarso utilizzo dei gesti comunicativi. Le attività di gioco sono per lo più di tipo ripetitivo, con isolamento rispetto al gruppo dei coetanei. Altre caratteristiche dell’autismo sono: la difficoltà ad esternare i propri sentimenti e a leggere i sentimenti altrui (Teoria della Mente), una diversa sensibilità agli stimoli ambientali (es. una ipo o iper sensibilità ai rumori e agli stimoli sensitivi tattili o gustativi), un deficit dell’immaginazione.
Le manifestazioni dell’autismo sono molto varie, per questo si parla di spettro autistico. Esistono vari livelli di gravità, da forme più sfumate ad altre molto acute cui spesso si accompagna un quadro di ritardo mentale. Ancora oggi, non potendoci riferire alle cause, nella maggior parte dei casi ignote, l’autismo viene definito in base a comportamenti osservabili, descritti nei due manuali diagnostici disponibili e a livello internazionale dall’Organizzazione Mondiale della Salute e negli Stati Uniti d’America:
- ICD-10 International Statistical Classification of Deseases and Related Health Problems (Tenth Edition, WHO World Health Organization, 1992-1994).
- In italiano : Classificazione Internazionale delle Malattie e dei problemi sanitari correlati – Decima Revisione, ICD 10, curata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità , (versione curata dall’ISTAT dell’ICD-10 oppure 3 volumi, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2000).
- DSM-V Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (American Psychiatric Association, Fifth Edition, Washington D.C. 2013)
- In italiano: DSM-5, Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, Milano, Raffaello Cortina Editore, )
Entrambi i sistemi di classificazione ricalcano ancora la prima descrizione di Kanner. Per cui i sintomi dell’autismo tendono ad essere non solo permanenti ma anche molto variabili: solo un intervento educativo adeguato consente di migliorare significativamente molte delle aree dello sviluppo dei soggetti con disturbo nello spettro autistico.
Come recentemente indicato dal sistema diagnostico DSM 5, il disturbo dello spettro autistico si manifesta quando si osserva:
- un deficit nell’area della comunicazione sociale, che comprende il deficit nella comunicazione (sia linguaggio verbale che non verbale) e il deficit sociale (capacità di interagire socialmente con gli altri);
- un deficit di immaginazione, ovvero un repertorio ristretto di attività ed interessi e comportamenti ripetitivi e stereotipati.
Questi due fattori sono anche conosciuti con il termine di “diade sintomatologica”.
Definizioni equivalenti
Il gruppo di disabilità più ampio di cui l’autismo fa parte viene denominato anche con le seguenti espressioni equivalenti:
- disturbi dello spettro autistico
- disturbi generalizzati dello sviluppo
- disturbi pervasivi dello sviluppo
Caratteristiche
Sintomi considerati caratteristici dell’autismo | Sindromi associati |
I Chiusura autistica 1) Cerca l’isolamento 2) Ignora gli altri 3) Interazione sociale insufficiente 4) Sguardo inadeguato alla situazione |
IV Turbe della motricità 11) Attività sensoriale e motoria stereotipata 12) Agitazione, turbolenza 13) Mimica, postura, marcia bizzarre. |
II Turbe della comunicazione verbale e non verbale 5) Non fa alcun tentativo di comunicare mediante la parola 6) Difficoltà a comunicare mediante i gesti e la mimica 7) Emissioni vocali o verbali stereotipate; ecolalia |
V Reazioni affettive inadeguate 14) Autoaggressività 15) Eteroaggressività 16) Piccoli segni di angoscia 17) Alterazioni dell’umore |
III Reazioni bizzarre all’ambiente 8) Mancanza d’iniziativa 9) Strani comportamenti con gli oggetti, in particolare con le bambole 10) Intolleranza nei confronti dei cambiamenti e delle frustrazioni |
VI Turbe delle grandi funzioni istintive 18) Turbe dei comportamenti alimentari (qualitative e/o quantitative) |
VII Disturbi dell’attenzione, delle percezioni e delle funzioni intellettuali 19) Difficoltà a fissare l’attenzione su qualcosa, facile distraibilità. 20) Bizzarrie nelle reazioni ai suoni. |
Le cause
L’autismo è una sindrome (un insieme di sintomi) determinata da fattori biologici che influiscono sullo sviluppo cerebrale in epoca precoce, cioè durante lo sviluppo fetale o nei primi tre anni di vita. Soltanto alcune cause sono note. Tra queste la maggior parte è di natura genetica. La frequenza dell’autismo in fratelli di soggetti autistici è intorno ai 3%, con un rischio relativo nei fratelli circa 10-30 volte maggiore rispetto alla frequenza nella popolazione generale. Diversi studi epidemiologici su gemelli dello stesso sesso suggeriscono che l’elevato rischio di ricorrenza familiare abbia una base genetica, in quanto la concordanza dell’autismo nelle coppie di gemelli monozigotici è elevata (60%), mentre nelle coppie di gemelli dizigotici la frequenza è simile a quella riportata per i fratelli di individui affetti. Gli studi sui gemelli indicano anche che la predisposizione genetica all’autismo possa essere estesa ad un gruppo più ampio di disturbi sociali e/o di comunicazione, con caratteristiche simili a quelle dell’autismo classico, ma presenti in forma isolata o meno grave (il cosiddetto “broader phenotype”) nei familiari dei soggetti con autismo
Bailey A. et ai., 1995, Autism as a strongly genetic disorder: evidence from a British twin study, Psychol. Med., 25:63-7.
Trattamenti psico-educativi e abilitativi per i disturbi dello spettro autistico presso il C.P.S. Guardiagrele
Nel trattamento dei disturbi dello spettro autistico la metodologia operativa integra un complesso approccio psico-educativo di ispirazione relazionale con il sapere psicoanalitico e le sue ultime formulazioni teoriche. Si svolgono colloqui individuali e sessioni psico-educative settimanali che coinvolgono anche i caregiver. L’approccio resta centrato sullo specifico bambino e sullo specifico contesto familiare, quindi mai standardizzato o unilaterale, così da differenziarsi dai diffusi metodi comportamentisti e procedurali. Nel trattamento dei disturbi dello spettro autistico il lavoro coinvolge costantemente anche la famiglia che diviene così anch’essa principale mezzo catalizzatore del cambiamento.
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Dott. Matteo Franchino